Vuoi fare il cane?

_DSC3844” VUOI FARE IL CANE? “
di TEODOSIO SALUZZI
Premio d’onore – sezione teatro – Firenze
Produzione: Codicearte – Bari
Regia: Umberto Binetti
Personaggio: Tizio, extracomunitario
2003

 

 

 

L’Ordinanza del Sindaco di Firenze ha drammaticamente riportato alla cronaca il problema dei lavavetri agli angoli delle strade. Si parla di loro in questo spettacolo, del bene e del male, del forte e del debole e comunque sempre di lui, dell’uomo e della sua negazione.Il plot: due extracomunitari, uno più maturo, l’altro più giovane, sono fermi al semaforo per pulire i vetri delle automobili e racimolare qualche soldo. Una condizione da derelitti, “da cani”. Appena più in là, dall’interno di uno splendido giardino di una splendida villa di una Signora Borghese, si ode abbaiare il Cane Cicci, ipercoccolato, iperprotetto, iperalimentato: il filettino, la verdurina, lo yogurtino, etc, etc, etc. “Perché non avvelenare il cane e sostituirmi a lui? – si chiede disperato l’extracomunitario maturo – in fondo in fondo un cane lo sono già…e pure randagio!…se diventassi io il Cane Cicci di quella signora farei la bella vita…la verdurina, il filettino e lo yogurtino me li papperei io, vivrei al caldo d’inverno e al fresco d’estate, farei il riposino, la passeggiatina e il bagnetto tutti i giorni! Per l’extracomunitario la possibilità di riscatto è reale, diventare Cicci è possibile ma la Signora Borghese-Potere non perdona: quel nuovo cane che parla, una rarità assoluta, può essere un business, una conferma al mondo del suo inossidabile prestigio e soprattutto fonte di danaro, e si sa, Danaro e Potere duettano, vanno a braccetto e si rafforzano l’un l’altro. E il prezzo che l’extracomunitario dovrà pagare per questa sua “arroganza” sarà alto, molto alto! Storia inventata? Sogno? Delirio? E che importa! Il teatro con le sue alchimie può rendere tutto verosimile, emozionante e, si spera, possa indurre qualche riflessione.

Vuoi fare il cane? è un testo originale e intenso ed è valso al suo autore, Teodosio Saluzzi, un premio d’onore della sezione teatro da una commissione giudicatrice di Firenze (ironia della sorte, la stessa città dell’Ordinanza).

Lo spettacolo, che riscuote successo di critica e di pubblico, è stato rappresentato anche nelle Carceri di Bari, di Turi, di Melfi e nel Supercarcere di Trani.

Lino De Venuto

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